martedì 3 aprile 2012

Proverbi e modi di dire - Pasqua

Oggi pubblichiamo il primo di una serie di post dedicati ai Proverbi e modi dire di Soldano. Saranno post "tematici" legati a particolari argomenti (ad esempio agricoltura, metereologia, supestizioni ecc.) o periodi dell'anno (ricorrenze, festività ecc.). Dato che questa è la Settimana Santa non potevamo che iniziare con quelli dedicati alla Pasqua.

Candu Pasca e San Marcu i fan mesciüra, tütu u mundu trebüla
Quando Pasqua e San Marco (25 aprile) si mischiano, tutto il mondo soffre

Era diceria che fosse un anno triste quello in cui le due festività coincidevano

Natale au sù, Pasca au fögu oppure Natale au fögu, Pasca au sù
Natale al sole, Pasqua accanto al focolare [e viceversa]

Natale au barcùn, Pasca au tisùn
Natale alla finestra e Pasqua davanti a un tizzone [focolare]

Come a dire: Se a Natale il tempo è bello, a Pasqua sarà brutto e viceversa.

Nelle settimane che precedono la Pasqua nei prati e nelle campagne fioriscono le becìciure (Muscari racemosum)


E noi bambini facevano un indovinello: prendevamo in mano una becìciura e strofinandola fra le dita, schiacciandola delicatamente, le chiedevamo:

- beciciura candu l’è Pasca?
  beciciura quando è Pasqua?

e lei rispondeva, o almeno, dallo sfrigolio che facevano i fiori strofinati dalle dita, sembrava rispondesse:

- u Venerdì Santu tu saveròn dì oppure u l’indeman du Sabu Santu
  il Venerdì Santo te lo saprò dire  oppure  il giorno dopo il Sabato Santo

La risposta era volutamente "indefinita" in quanto il giorno della Pasqua, a differenza di altre festività, varia di anno in anno. Naturalmente le beciciure non dicevano niente ma, la nostra fanstasia di bambini, trasformava quello sfrigolio in parole che sembravano dirci quando sarebbe arrivata Pasqua.

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