lunedì 23 aprile 2012

Come eravamo - L'acqua

Oggi siamo abituati ad avere l'acqua in casa, basta aprire il rubinetto e c'è tutta l'acqua che vogliamo, ma non è stato sempre così. L'acqua corrente nelle nostre case è arrivata solo nell'ultimo dopoguerra, prima per avere l'acqua necessaria per bere, cucinare e lavare bisognava recarsi presso le fontane (o sorgenti) e portare l'acqua a casa con secchi, brocche ecc., questo lavoro, generalmente, veniva svolto dalle donne.

Soldano, Piazza Vecchia - A destra donna col secchio dell'acqua in testa

L'approvvigionamento di acqua per il paese avveniva grazie alla fontana (sorgente) che sgorgava in località detta Funtaneta, già segnata sulla pianta disegnata da Matteo Vinzoni nel 1759.

Matteo Vinzoni 1759 - Sotto la scritta Soldano è segnata la Fontana (a Funtaneta)

Lì, oltre alla sorgente, c'era un pozzo chiuso presso il quale la gente andava ad approvvigionarsi, poi una condotta portava l'acqua al centro del paese in località Fontana, alla confluenza di via Cima con via San Mauro, sulla nicchia della fontana si può ancora leggere la data 1798.

Nicchia della fontana alla cui sommità si legge la data 1798

Ma non erano le uniche fonti a cui attingere l'acqua, lungo il torrente vi erano parecchi pozzi (giri) che andando fin sotto il livello del torrente avevano acqua tutto l'anno, per prendere l'acqua dal profondo del giru c'erano le pompe a mano, ce n'era una anche in piazza Vecchia, il pozzo da cui attingeva l'acqua questa pompa era stato chiuso; dal 2006, dopo il rifacimento della piazza, è nuovamente visibile e per motivi di sicurezza è stato chiuso con un vetro. Negli orti lungo il torrente i pozzi erano più larghi e l'acqua era attinta tramite la noria, un meccanismo con i tipici secchi (buyuréti) che scendevano nel pozzo e risalendo portavano su l'acqua. Per far girare il meccanismo generalmente si usava un asino al quale venivano bendati gli occhi onde evitare che gli girasse la testa.

Pozzo con noria

Non è difficile capire che dovendo portare l'acqua a casa con il secchio ne veniva usavata poca, soprattutto per lavare/lavarsi e soprattutto d'inverno quando l'acqua era fredda e le case non erano riscaldate (a parte la cucina), erano tempi diversi e la gente era abituata agli odori naturali, inoltre quasi tutti avevano la stalla sotto l'abitazione, dove tenevano il mulo (l'auto di una volta) e i conigli e non era raro che, quando le giornate erano corte e faceva freddo, si facesse la veglia nella stalla per stare al caldo naturale.

Giulietta lava nel torrente

A Soldano non c'erano lavatoi pubblici e la gente lavava i panni nel torrente, soprattutto le lenzuola che avevano bisogno di molta acqua per essere risciacquate. Il bucato grosso (a bügà) si faceva poche volte all'anno, generalmente nella bella stagione, allora si facevano bollire i panni con la lisciva (lescia) fatta con la cenere, l'operazione era complessa e durava più giorni, alla fine si andava a risciacquare tutto nell'acqua corrente del torrente.

Nessun commento:

Posta un commento